Se
dovessimo commentare con qualche parola semplicemente leggendo i dati
numerici forniti da tutti gli istituti del caso, potremmo benissimo
dire che il PD ha vinto questa tornata di elezioni amministrative
regionali. 5 regioni vinte contro 2 perse. Se è vero che in una
logica stringente quello che conta è sempre il risultato e non il
mezzo con cui ci si arriva, allora possiamo ritenere benissimo ancora
una volta il PD vincitore schiacciante. Ci sono, però purtroppo, da
fare alcune annotazioni a latere di tutta la discussione politica che
stiamo ascoltando in televisione e leggendo su carta stampata
quest'oggi.
Rispetto
alle Elezioni Europee 2014 l'affluenza alle urne è ulteriormente
scesa, attestandosi poco sopra il livello del 52% degli aventi
diritto al voto.
A
livello nazionale il PD ha visto scendere il proprio gradimento di
lista da quel roboante 40,80%
delle Elezioni Europee 2014.
Ma
partiamo da dati gratificanti per il più grande partito di
centro-sinistra italiano: la riconferma in Puglia con una
schiacciante vittoria dell'ex Sindaco di Bari Michele Emiliano e la
vittoria di Vincenzo De Luca in Campania. Quest'ultima regione che
torna rossa dopo il lungo dominio di Stefano Caldoro e del
centro-destra berlusconiano. Il meridione italiano è attualmente
egemone sotto l'amministrazione del PD.
Dopo
Puglia e Campania passiamo per Marche e Toscana, riconfermate sotto
guida PD tramite Luca Ceriscioli ed Enrico Rossi. Nulla da segnalare.
Anche l'Umbria, regione tradizionalmente rossa, ha visto la
riconferma del PD. Ma di poco, e si rileva una straordinaria
affermazione di Lega Nord e di tutto il centrodestra, quasi appaiato
al centro-sinistra fino agli ultimi scrutinii.
La
musica cambia quando si arriva in Liguria. Raffaella Paita, candidata
PD, ha perso la sfida delle regionali contro Giovanni Toti, delfino
berlusconiano, e di tutto il centro-destra unito sotto il suo nome,
da Fratelli d'Italia ad Area Popolare. Il quesito che, chi più chi
meno, si sta ponendo è:
La
Paita ha perso per colpa della discesa in campo in quasi doppia cifra
(9,41%) di Luca Pastorino? La cui parte politica oggi, un po'
festeggia per la non vittoria del PD in Liguria, nonostante la
vittoria del berlusconiano Toti?
Oppure
la Paita e il PD non possono lamentarsi (ora) di avere come
avversario qualcuno che, non condividendo più la linea centrale del
PD ne è uscito e ha cercato di recuperare consensi a sinistra di
quest'ultimo?
Stiamo
ai fatti; la Liguria dopo 10 anni cade in mani nemiche. Per merito di
chi o per colpa di chi, non importa. Il fatto è che una regione
dilaniata da disoccupazione, malcontento popolare (come del resto
tutto il paese) e da disastri ambientali recentissimi e ripetuti, ha
fatto una scelta. Dare quasi il 35% a Giovanni Toti (che per la
cronaca, non è neanche ligure) e quasi il 25% al M5S con Alice
Salvatore. Più del 60% degli elettori non ha votato a sinistra in
Liguria. Una riflessione è d'obbligo, qualunque sia la vostra
opinione in merito al risultato; sia che stiate esultando, sia che
stiate dilaniandovi per il mal di stomaco.
Passando
al Veneto, è vero che era già stato precedentemente dato per perso
nelle previsioni pre-voto. Ma una sconfitta netta come quella dell'ex
eurodeputata Alessandra Moretti non ce la si aspettava. Luca Zaia si
conferma governatore con più del 50% dei voti. La Moretti si ferma a
meno del 24% nonostante una campagna politica estesa a tutta la
regione ed estenuante.
Ora.
Vincere abbiamo vinto. Il come ne abbiamo ampiamente discusso.
Quel
che è certo è che Lega Nord e M5S o sono stabili o hanno aumentato
largamente il loro consenso in tutte le regioni. A sinistra del PD è
stata lasciata una prateria che non è più ormai coperta dal PD
stesso nè da partiti come SEL.
La
domanda del giorno è : tutto ciò avrà ripercussioni sul governo
Renzi? E se si come?
Naturalmente
lascio al futuro il tempo di esprimere se stesso. Ma si dovrebbe
tener conto (forse anche con meno autoreferenzialitá) del panorama
politico in cui si è immersi. E cercare magari un dialogo
(leggermente assente questi mesi) più costruttivo e che possa limare
certi difetti, sia interno, con la cosiddetta minoranza, che esterno.
Magari proprio con quel vituperato M5S che continua a gonfiarsi
nonostante tutte le volte lo si stimi al ribasso. Qualche passo
proprio il neo-governatore pugliese Michele Emiliano l'ha fatto ieri
sera, già promettendo la delega regionale all'ambiente alla
candidata grillina, seconda classificata.
Sarà
un altra "porta in faccia" dopo i vari streaming del Marzo
2013? Tentare non nuoce (e si auspica di no).
Anche
perché a nuocere, oggi, ci pensa già quell'elettore su 2 che ieri
ha preferito stare a casa piuttosto che andare a votare.
Alessandro Di Pumpo Giovani Democratici di Torino
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