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INTERVISTA A MICAELA CAMPANA


Prosegue il nostro ciclo di interviste. Oggi abbiamo con noi l'On. Micaela Campana, Responsabile Welfare, Immigrazione, Diritti civili e Terzo settore nella Segreteria nazionale del Partito Democratico

Fin dal suo esordio questa segreteria e questo Governo hanno annunciato l'intenzione di estendere le tutele portando a un welfare di tipo universalistico. Puoi riassumerci che cosa è stato già fatto in questo senso e che cosa può ancora essere fatto nel corso di questa legislatura?
Al centro dell'agenda politica di un grande partito come il Pd che fin dalla sua nascita ha avuto l'ambizione di governare la modernità e di costruire una nuova infrastruttura di welfare sociale in questo Paese più equo e più giusto, questa è stata la strada maestra.
Venivamo da stagioni complicate e anche drammatiche per quel che riguarda gli investimenti sul welfare. Ricordo l'azzeramento del fondo nazionale per il sociale durante i governi Berlusconi. A quell'azzeramento nel corso degli anni invece è seguito un impegno da parte del centrosinistra nell'aumentare il sostegno economico al Fondo nazionale del sociale, fino ad arrivare all'ultima legge di stabilità dello scorso anno in cui noi abbiamo fatto degli investimenti importanti sul tema del welfare, sul tema delle povertà, sul tema della non autosufficienza, impegni che si concretizzano ancora di più con la legge di stabilità appena presentata. La strada è ancora tanta da percorrere, ma gli strumenti che stiamo mettendo in campo sono quelli che vanno verso una definizione di un nuovo welfare orizzontale e verticale. Io sono convinta che l'accesso ai diritti è la chiave per costruire un welfare più giusto, che faccia diventare questo Paese più solido anche dal punto di vista economico e sociale.

La morte di tanti migranti scuote le nostre coscienze mentre le forze populiste aizzano la paura della gente proponendo soluzioni semplicistiche come il respingimento in mare o la sospensione di Schengen. Che cosa rispondi loro? Che cosa non sta funzionando in queste settimane? Quali sono le possibili soluzioni?
La migrazione è innanzitutto un fenomeno epocale e davanti ai fenomeni epocali servono risposte importanti che rappresentano le sfide del futuro. Se noi pensassimo di risolvere il tema della migrazione con risposte che valgono solo entro i confini di casa nostra faremmo un errore strategico molto grave. Il fenomeno migratorio in questo momento è per dimensione il fenomeno più grande nel mondo. L'UNHCR ci dice che sono 60 milioni le persone pronte a spostarsi dal proprio luogo di nascita a causa di carestie, guerre, ma anche epidemie.
Le condizioni di partenza di queste persone sono peggiorate sensibilmente rispetto al 2011, l'anno della “Primavera araba”. Arrivano non più soltanto uomini adulti, ma anche donne e bambini, questo significa che le condizioni dei Paesi di provenienza di queste persone, che sono prevalentemente il Corno d'Africa, l'Iraq e Siria, stanno peggiorando, e portano spesso anche donne e bambini ad attraversare il deserto, affrontando un viaggio di centinaia di chilometri e andando incontro anche spesso a sevizie e violenze fisiche inenarrabili nelle prigioni libiche. Quasi il 95% dei migranti parte dalla Libia – anche su questo serve un intervento internazionale. Ma la Libia è solo l'ultima tappa di un viaggio che parte da molto lontano.
Il Governo italiano e il Pd stanno facendo quello che avremmo dovuto fare tanti anni fa, ossia intanto cambiare le regole europee, arrivando a una maggiore condivisione del peso dell'accoglienza di breve e lungo periodo. Noi non possiamo pensare che i morti del Centro Europa e dell'Ucraina siano diversi dai morti nel Mediterraneo, non possiamo immaginare che il Mediterraneo, che è naturalmente la cerniera tra nord e sud, sia un cimitero invece che una straordinaria risorsa.
I passi avanti fatti dall'Europa sono straordinari e dobbiamo ringraziare l'insistenza del Premier Renzi e del Commissario Mogherini che in questi mesi hanno posto il tema dell'immigrazione in cima all'agenda europea. Oggi parliamo di quote obbligatorie di accoglienza, ricollocamenti, di azioni navali internazionali che vedono tutti gli Stati impegnati nel Mediterraneo. C'è ancora molto da fare: arrivare ad un sistema europeo d'asilo, aprire delle vie legali di ingresso, la creazione di hotspot. La vera sfida non è solo l'accoglienza immediata ma come noi immaginiamo l'integrazione in Europa nei prossimi decenni, anche perchè continueranno ad arrivare nuove persone, nuove etnie e nuove culture. Le forze politiche che puntano sulla paura della gente fanno un'operazione non di verità, perchè raccontano di un fenomeno che non si ferma, perché davanti alla risposta dei migranti che dicono che sfuggire da morte certa per trovare una morte incerta è evidente che non saranno né i respingimenti in mare, che non si possono fare per il diritto internazionale, né i carri armati a terra a fermare queste persone. Un partito serio governa il fenomeno e quindi crea le condizioni politiche, le regole anche europee per fare una regolamentazione di chi può chiedere asilo politico, deve poterlo chiedere in un sistema europeo, non lasciando l'Italia da sola, come il centrodestra ha fatto firmando l'accordo e il regolamento di Dublino, dall'altra aiutare questi Paesi nei Paesi di provenienza aumentando i fondi per la cooperazione internazionale, come l'Italia sta facendo con il voto contrario della Lega Nord, e soprattutto far si che la gente poi capisca quali sono anche i numeri di quella che non è sicuramente un'invasione.

Tu hai la delega anche ai diritti. Il ddl Cirinnà in questo mese è già tornato all'esame del Senato: anche alla luce di alcuni emendamenti presentati da senatori Pd come quello che propone di trasformare le stepchild adoption in affidi temporanei, puoi garantire la compattezza del gruppo Pd al Senato per l'approvazione della legge? In che senso questo ddl cambia radicalmente la situazione delle coppie omosessuali in Italia?
Noi arriviamo a una discussione in Italia sul riconoscimento e la regolamentazione di diritti alle coppie composte da persone dello stesso sesso in un colpevole ritardo, un ritardo dovuto ad un percorso accidentato, costellato anche dagli errori del centrosinistra. Questi errori che abbiamo fatto nel passato non possono essere ripetuti in questa fase, primo perchè c'è una consapevolezza nel Paese molto diversa rispetto al passato, e poi perchè le sentenze europee e anche della magistratura italiana ci obbligano a costruire una legge senza discriminazioni sul piano fiscale, sul piano previdenziale, sul piano dell'accesso alla genitorialità. Noi abbiamo con coraggio votato un documento, una proposta di legge base a fine aprile, dicendo da subito che il modello a cui ci riferivamo è quello delle unioni civili alla tedesca, pur sapendo che i nostri partner europei, la Spagna, la Francia, l'Inghilterra avevano invece proceduto verso la parificazione totale, e quindi quello del matrimonio egualitario. Io sono convinta che in questo Paese oggi il nostro ddl sulle unioni civili rappresenti una proposta avanzata anche rispetto al panorama europeo, la cosa positiva di arrivare ultimi in Europa è quella di non fare gli errori di chi ci ha preceduto, infatti in questa proposta di legge c'è la stepchild adoption, quell'adozione speciale che non c'è in altre compagini europee, abbiamo equiparato totalmente i diritti dei coniugi dal punto di vista fiscale, dal punto di vista previdenziale, anche grazie alle relazioni tecniche che ci sono arrivate dal Ministero della Giustizia e da quello delle Finanze, che affermano che la copertura economica c'è. Io sono convinta che anche se non ci fossero state le coperture economiche, e invece ci sono, il Pd avrebbe dovuto fare una legge riconoscendo i diritti fondamentali agli italiani che da sempre pagano le tasse. Il cuore del ddl è riconoscere il diritto alla coppia e da questo punto di vista noi abbiamo detto da subito che non chiudiamo le porte della discussione in faccia a nessuno, ma non retrocederemo neanche di un millimetro sui temi che riguardano la discriminazione e cioè i diritti sociali e civili contenuti in questa legge per le coppie dello stesso sesso. Sono convinta che anche il fondamentale percorso di confronto con il tavolo nazionale delle associazioni che io ho istituito un anno fa, appena avuta la delega da parte del segretario Renzi, continuerà e sarà serrato nei prossimi mesi. L'orizzonte culturale non potrà essere che quello dell'uguaglianza e della parificazione totale dei diritti ma intanto portiamo a casa questo risultato assolutamente avanzato nel panorama europeo.
Il Pd è un grande partito, ha posizioni al suo interno anche diverse, ma noi siamo tutti consapevoli che questo è un pezzo di modernità del Paese, e i Paesi che hanno fatto un accesso paritario ai diritti risultano i più solidi anche dal punto di vista economico e sociale, e noi vogliamo che l'Italia non indossi più “la maglia nera” nella cartina dei diritti.

Un'ultima domanda, su un problema solo apparentemente secondario, ma su cui i Giovani Democratici di Torino si sono già impegnati: la questione del bullismo e del cyberbullismo. Un disegno di legge in materia inizierà presto il suo iter di approvazione in Parlamento. Puoi dirci di più?
Attualmente siamo nella fase di costruzione di un testo base. Sono stati depositati sia alla Camera sia al Senato tantissime proposte di legge della regolamentazione del web e in particolare sul tema del bullismo e del cyberbullismo. Io sono la prima firmataria di una di queste, sono due anni che giro in tante scuole italiane perchè ho provato a fare il percorso inverso rispetto a quello che di solito fa una legge: cioè dal livello nazionale poi viene portato ovviamente a tutti i cittadini. Io invece ho mandato la mia proposta di legge a tutte le scuole d'Italia, chiedendo di darmi dei contributi. Abbiamo fatto centinaia di incontri con studenti, insegnanti, e dirigenti scolastici, e questa legge è stata migliorata anche grazie al contributo di tantissimi studenti. Il cyberbullismo e il bullismo rappresentano oggi vere e proprie piaghe sociali nel nostro Paese. Un ragazzo su cinque è vittima di cyberbullismo, uno su tre non denuncia la violenza che gli è stata fatta spesso per paura. La Polizia postale sta facendo e fa quotidianamente quello che può, ma questo è un fenomeno, e io l'ho scritto nella legge, da cui devono discendere anche conseguenze giuridiche. Io sono convinta che servono delle regole nuove anche per la navigazione del web, quello che spesso succede all'interno dei social network rappresenta una nuova forma di evoluzione della violenza. In questo Paese abbiamo avuto casi di suicidi per messaggi violenti reiterati, però oltre a questi episodi drammatici esistono anche centinaia di migliaia di genitori costretti a mandare via e a spostare dal proprio istituto scolastico i propri figli perchè vittime di bullismo e cyberbullismo. Attualmente la proposta di legge è all'esame congiunto delle commissioni Giustizia e Affari Sociali della Camera dei deputati, speriamo di arrivare presto alla discussione dell'Aula. Sul tema della violenza in rete c'è anche impegno da parte del Presidente della Camera Laura Boldrini che ha avviato un percorso che ha portato alla “Carta di internet”. Tengo a sottolineare che questo non è un bavaglio alla rete, ma una rete in cui tutti sono più sicuri e consapevoli, diventa uno spazio di libertà. Le regole servono a tutti, soprattutto a chi è oggettivamente più debole, perchè in questa giungla senza regole chi è più debole paga molto più degli altri. 

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