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VERSO LE PRIMARIE DEMOCRATS


Il 1 febbraio si voterà nel primo stato, l'Iowa, per le primarie democratiche USA. Anche se sulla carta i candidati risultano 3, Clinton, Sanders e O'Malley, il vero scontro sarà quello tra la gigantessa Hillary e il socialista Bernie. Hillary Clinton ha dimostrato, nel corso degli anni, di non essere mai stata una semplice first lady, ma di essere una donna da sempre in prima linea nella politica. Frequentò la Yale Law School e dal 1975 è al fianco di Bill Clinton. Nel 2000 fu la prima donna eletta senatrice dello Stato di New York, e, inizialmente, appoggiò la linea di invasione dell'Iraq e dell'Afghanistan (anche se successivamente prese le distanze). Venne rieletta senatrice nel 2006. La Clinton risulta essere la più conosciuta all'estero e quella che può disporre di un'ingente patrimonio politico donatole dal marito Bill e dall'endorsement del quasi ex presidente Obama. Nella sua vita ha dovuto ingoiare due bocconi amarissimi: il primo, da first lady, quando dovette stare accanto al marito nel caso Lewinsky, ricevendo da una parte lodi per la fermezza con cui aveva affrontato la situazione e critiche di donne che chiedevano a gran voce che divorziasse dal marito fedifrago; e il secondo quando venne sconfitta da Obama nelle primarie democratiche del 2008. Questa quindi potrebbe essere la sua ''grande rivincita'' e gli Stati Uniti potrebbero davvero giungere ad avere il primo presidente donna.

Sanders, per coloro che vivono al di là dell'Oceano, risulta essere un nome mai sentito prima delle primarie, invece il politico progressista, che di anni ne ha 73, ha combattuto diverse battaglie durante la sua carriera. Prima di tutto partiamo dalla definizione che dà di se stesso: egli si definisce un democratico socialista e non si definisce tale da oggi o da ieri bensì da diversi anni da quando definirsi socialista era quasi pericoloso negli Stati Uniti. Nel 1981 inizia la sua carriera nel Liberty Union Party, partito contro la guerra in Vietnam in Vermont, però non trovandosi bene, decide di lasciare il partito e entrare a far parte degli indipendenti. Nel 1981 Sanders decide di candidarsi come sindaco di Burlington. Nel 1988 Sanders diventa il primo indipendente eletto nella Camera dei Rappresentanti in quarant'anni. Resterà un membro della Camera dei Rappresentanti per il Vermont fino al gennaio 2006 e in questi anni voterà contro la guerra in Iraq e criticando duramente il governo di George Bush. I repubblicani hanno sempre attaccato Sanders come un estremista, ma nonostante sia un indipendente risulta essere un alleato dei Democrats avendo votato il 98% delle volte in favore degli emendamenti democratici. Sanders è da sempre impegnato nei temi riguardanti il surriscaldamento globale, le emissioni di biossido di carbonio, i diritti LGBT,  il matrimonio tra persone dello stesso sesso, il movimento pro choice e il diritto universale alla salute. La forza di Sanders sta nell'aver costruito tutta la sua campagna ricevendo donazioni da singoli cittadini o da corporazioni, prendendosi l'odio delle grandi lobby che invece hanno appoggiato con ingenti somme la Clinton (cosa che Sanders tiene spesso a precisare durante le interviste e i dibattiti). L'ultimo scontro tra i due ha visto la Clinton attaccare Sanders per aver appoggiato la National Rifle Association (l'organizzazione che si batte per il secondo emendamento della costituzione americana sul diritto al possesso di armi), a cui ovviamente Sanders ha risposto suggerendo alla Clinton di verificare chi la NRA appoggi alle primarie.
Dunque, si tratta di un combattimento molto acceso tra due candidati forti, ma davvero molto distanti per alcuni punti. Sicuramente la figura di Sanders, il favorito tra i giovani votanti, rispecchia ciò che è Trump per i repubblicani: una figura che si stacca dai soliti cliché che vedono repubblicani e democratici contendersi la Casa Bianca, mantenendo sempre un profilo piuttosto definito e mai troppo al di fuori degli schemi.
Se si avrà la vittoria della Clinton si potrà sperare nella vittoria della prima donna presidente degli US, se dovesse vincere Sanders sarebbe la volta del primo socialista. Per ora i sondaggi sembrano dare la Clinton in vantaggio, ma la stessa cosa successe nel 2008 e infine fu Obama ad essere il
vincitore. Sicuramente la cosa fondamentale sarà compattare il partito nella vera sfida per un secondo presidente democratico. Che la sfida abbia inizio!

Cristina Imoli
GDTO

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