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Un giorno simbolico per la libertà di amare


Era un 17 maggio del 1990 quando l’omosessualità venne rimossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità dall’elenco delle malattie mentali.
È un 17 maggio quello di oggi in cui le parole rispetto, dignità e diritto, o meglio libertà, possono suggerire il punto di arrivo a cui partiti e istituzioni dovrebbero auspicare per ognuno dei cittadini che sono chiamati a tutelare.

In seguito alla recente approvazione del DDL Cirinnà, finalmente anche in Italia esiste un istituto che tutela e prevede l'unione tra coppie dello stesso sesso.  Ma molto ancora c'è da fare per il diritto di essere felici, cioè essere uguali a coloro che possono scegliere se sposarsi, come e se concedersi la possibilità di avere figli, per formare una famiglia a tutti gli effetti.
Discriminazioni, violenze morali e fisiche sono una grave ferita ai singoli, come nel caso della coppia costretta a trasferirsi da un condominio di Torino, dopo continue vessazioni e ingiurie. Ma  l'offesa è alla libertà di tutti, poiché l'inciviltá è codice intrinseco dell'odio e della regressione sociale.
Libertà come responsabilità, scelta e cammino. Libertà come grido contagioso verso un livello di coesione e adesione a un'etica profonda, quella che mette l'uomo, in quanto tale, al centro e lascia fuori ogni forma di spregevole mortificazione di esso, nei sentimenti, nel corpo, nell'anima. Libertà da quel pregiudizio attraverso cui etichette e stereotipi su orientamenti sessuali e identità di genere vanno a ledere i diritti fondamentali dell'individuo.

Libertà di essere me stessa, bruna, con gli occhi marroni, madrelingua italiana, etero, omosessuale, o bisessuale senza che queste qualità soggettive rappresentino un carattere distintivo del mio c.v. da esibire al colloquio con la società in cui esercito i miei diritti di cittadina.

Per questo motivo il 17 maggio è importante per tutti ricordare e trasmettere sensibilità e informazioni, affinché le parole diventino caratteri fondanti del nostro impegno civile.
#stopomofobia #dirittipertutti

Eleonora Averna
GDTO

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