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Visualizzazione dei post da settembre, 2016

OLTRE IL BUIO

Una delle caratteristiche degli scout più ammirevoli e meno conosciute è il "servizio": molti li riconoscono solo per i pantaloni corti durante l'inverno o il fazzolettone al collo, ma la realtà è che ciò che li contraddistingue è la vocazione ad essere sempre dove c'è sofferenza e bisogno di aiuto. Oggi in Italia e nel mondo tutti parlano del fenomeno dell’immigrazione, ma in pochi si preoccupano di capire cosa sia veramente, superando luoghi comuni e populismo. Andando oltre il buio. In realtà neanche per gli scout è fondamentale, perché il loro compito principale consiste nell’essere un sostegno. Però incontrando la vera sofferenza, e con essa la realtà, che molto spesso viene taciuta o messa in secondo piano perché non desta scalpore, riflettere è spontaneo. Ed è proprio quello che è capitato a me andando in Sicilia a fare servizio in uno SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati). Prima di partire mi sono chiesto quale fosse

Non è una “Mela” al giorno la soluzione?

Solo qualche settimana fa ci eravamo soffermati su uno dei casi più spinosi rispetto agli equilibri monetari dell’Unione Europea: il caso Apple. Sull’azienda americana pende infatti l’accusa di aver approfittato di accordi fiscali favorevoli da parte dell’Irlanda, potendo così versare meno tasse sui prodotti venduti. Nel mirino di Bruxelles infatti ci sarebbero due tax ruling del 1991 e del 2007, accordi fiscali relativi agli utili imponibili di due società di diritto irlandese appartenenti al gruppo Apple, per la precisione Apple Sales International e Apple Operations Europe. A queste facevano capo tutti i profitti derivati dalle vendite in Europa. Apple, secondo l’UE, riusciva a far tassare solo una piccola parte di questi utili, con la favorevole tassazione irlandese pari al 12,5%. Il resto, veniva invece attribuito a una sede centrale: peccato che non esistesse nessun ufficio reale, dipendenti, o tanto meno attività, fatto salvo sporadiche riunioni del Consiglio

Liberi tutti: Fuga da una prigione (che non c’è)

  “ La democrazia è la democrazia. E noi dobbiamo rispetto alla democrazia britannica e all’espressione che ha scelto di darsi ". Con queste parole il presidente della commissione europea Junker commenta quanto avvenuto nel Regno Unito il 23 giugno scorso. L’aula è in silenzio. Qualche applauso solo dagli scranni occupati dai cosiddetti euroscettici fra cui siedono, tra gli altri, i membri dell’UKIP (United Kingdom Indipendent Party) di Nigel Farage , principale fautore dell’uscita del Regno Unito dall’UE. Junker sente gli applausi e risponde: “ Questa è l’ultima volta che applaudite qui ”. Cosa avrà voluto dire il presidente con quelle parole? Si trattava di una battuta o di un monito? Difficile da dire. Junker prosegue impassibile il discorso. Nelle sue parole risuona l’amarezza, ma anche la consapevolezza che quanto accaduto nel Regno Unito rappresenta un passaggio storico per la storia del continente europeo e del mondo.  CONTINUA A LEGGERE...