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Mi chiamo Brando Benifei, ho 28 anni e sono il più giovane candidato alle elezioni europee del 25 maggio.


Mi chiamo Brando Benifei, ho 28 anni e sono il più giovane candidato alle elezioni europee del 25 maggio. Negli anni passati ho unito la passione e l’esperienza politica a livello internazionale con l’approfondimento delle tematiche europee: da studente di giurisprudenza all’università di Bologna ho partecipato al progetto Erasmus studiando a Londra e in seguito ho perfezionato le mie competenze frequentando la London School of Economics e l’ISPI di Milano.
Sono stato consigliere provinciale e presidente di commissione occupandomi in particolare di politiche scolastiche, formazione e pari opportunità. 
All’interno del Partito Democratico ho ricoperto la carica di Responsabile Europa nel PD Liguria e a livello nazionale nei Giovani Democratici, rappresentando questi ultimi  per 4 anni come Vicepresidente europeo di ECOSY, organizzazione giovanile del PSE. 
La mia candidatura, promossa dai Giovani Democratici di tutta Italia, nasce dalla volontà di riportare al centro della riflessione politica l’idea della centralità del progetto europeo, inteso come risposta efficace ai problemi del nostro tempo.
All’interno del programma, frutto dell’incontro di tante esperienze e competenze, ho indicato alcune priorità di cui la nuova legislatura europea dovrebbe farsi carico, spingendo avanti l’integrazione e accorciando quella distanza tra eletti ed elettori che troppo spesso, insieme alle politiche del rigore, è stata il marchio distintivo dell’UE.
La fine dell’austerità è la condizione fondamentale per riavviare la ripresa, il ruolo politico di una nuova Unione rafforzata deve ripartire dalla creazione di occupazione, attraverso una politica di investimenti attenta alle potenzialità di ciascun Paese e alle differenze tra le diverse aree d’Europa.
La modifica della governance economica è, per questi motivi, una priorità: deve consentire lo scorporo delle spese di investimento dal computo del deficit pubblico e dare così corpo a vere e proprie politiche europee per l’industria, lo sviluppo sostenibile e il lavoro, finanziate tramite la tassazione della speculazione finanziaria.
Servono più incisive strategie europee nel campo della cultura e del turismo, una rinnovata capacità di creare sinergie tra i Paesi istituendo una politica comune per gli sgravi fiscali alla produzione culturale.
L’attenzione alle politiche sociali e agli aspetti socio-culturali è inoltre cruciale per ridefinire come diritti esigenze che si configurano oggi come reti illegali di favori, manifestazioni più o meno ampie di fenomeni di criminalità organizzata. 
Dobbiamo pensare all’innovazione: le infrastrutture telematiche europee, l’investimento nel cloud computing, il superamento del digital divide e la più generale integrazione coi servizi di telecomunicazione sono la vera opportunità per rivoluzionare le comunità territoriali.   
La sfida di queste elezioni si gioca sulla capacità dell’Europa di espandere la dimensione dei diritti, di eliminare le disparità in tutti i campi, siano esse nelle differenze salariali tra uomini e donne piuttosto che nel riconoscimento dei diritti LGBT o nel non completamento della portabilità pensionistica tra i Paesi UE. 
L’impegno del Partito Democratico deve essere rivolto in questa direzione, per questi motivi ho deciso di portare il mio personale contribuito per cambiare l’Europa di oggi ed immaginare insieme quella di domani.


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