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I delusi della libertà: Desaparecidos di IGUALA


Città del Messico, 8 novembre 2014 - L'annuncio del procuratore messicano Jesus Murillo Karam sull'omicidio dei 43 studenti desaparecidos "dimostra gli errori del governo nell'affrontare la crisi dei diritti umani nel paese", anzitutto perché Murillo "non ha voluto riconoscere che si tratta di un crimine di Stato, e non di un fatto isolato". A dirlo è Amnesty International che in un duro comunicato afferma come i funzionari si rifiutino di ammettere "la collusione fra Stato e criminalità organizzata alla base di queste gravi violazioni".

Berlino, 9 novembre 2014 - si festeggiano i 25 anni del crollo del Muro, quell’ammasso di cemento che ha diviso popoli e ideali, occidente e oriente, spettri del comunismo e capitalisti convinti di un sistema migliore per i figli del finto benessere. 
Quelle luci che da Berlino ripercorrono la cicatrice lungo il fianco dell’Europa dovrebbero levare nell’aria il vero senso di una vita nuova, un “wind of change” in cui molti ragazzi di allora hanno sperato, per vedere finalmente riconosciuti i valori di democrazia, quella attiva, quella propositiva in cui ci si organizza per cambiare e migliorare il bene comune, di tutti quindi. La specificazione non è casuale.

C’è in giro invece nel mondo una grande stanchezza della libertà, una grande sofferenza per i Parlamenti, e per le corti di giustizia. Cresce la rabbia, la stessa di Croce e della sua delusione, perché ancora oggi sembra che la democrazia per cui si lotta e si dichiara (non sempre esplicitamente) guerra al nemico portatore di barbarie e inciviltà, non porti altro che ulteriori guerre e stermini ingiusti, semmai la guerra lo sia una forma giusta di azione. 

Ritorniamo in Messico, al 26 settembre scorso, stato del Guerrero con cui si apre questo articolo: previsto evento politico a Iguala de la Independencia durante il quale sarebbe intervenuta la signora Maria de los Angeles Pineda Villa, moglie del sindaco J. L. Abarca Velazquez, mentre un gruppo di studenti della Escuela Normal Rural “Raúl Isidro Burgos” di Ayotzinapa si era recato proprio nella stessa città per celebrare l’anniversario del massacro di Plaza de las Tres Culturas a Tlatelolco (2 ottobre 1968) e, soprattutto, per manifestare contro le pratiche di assunzione dei nuovi docenti, privatizzazioni della scuola pubblica e la discriminazione di cui soffrono gli istituti rurali nella regione. 

Questo fa drizzare la pelle, date le condizioni drammatiche in cui imperversa la situazione delle nostre scuole, ma tutto sembra tacere ora che piove. Sì perché la pioggia d’autunno se ne frega, anche dei due coniugi arrestati perché, secondo i magistrati messicani, sono accusati di avere organizzato la sparizione dei 43 studenti in collusione con i boss del cartello della droga Guerreros Unidos, e il movente sarebbe pressoché imbarazzante. Le forze di polizia locale avrebbero dovuto garantire la sicurezza della manifestazione, invece sarebbero state istruite dal sindaco a fare di tutto (la parola tutto per degli esseri umani rievoca pulizie etniche spregiudicate di non troppi anni fa) per evitare che le proteste potessero danneggiare il comizio di sua moglie.

Il resto è cronaca spietata: la polizia apre il fuoco sugli studenti, li cattura e 43 di loro li consegna al gruppo Guerreros Unidos, con l’obiettivo di eliminarli. Bruciati vivi, o forse prima uccisi, non ha importanza, e di certo non alleggerisce il tragico epilogo di una fossa comune dove solo i resti di due ossa, ora, sembrano portare alla luce la dignità di un gruppo di studenti che volevano solo manifestare per una scuola più democratica, se ancora sappiamo cosa voglia dire questa parola per cui abbiamo e continuiamo tanto a combattere in questo Risiko senza fine.

L’intreccio tra mafia e politica, tra violenza e corruzione non risparmia nessuno, nemmeno il Messico, dato che il sindaco di Iguala era già stato messo sotto inchiesta per i suoi legami coi narcotrafficanti dei Guerreros Unidos, ma l’indagine non aveva poi avuto corso. Sono indagate alte cariche della magistratura locale e della polizia. Sotto inchiesta anche il governatore di Guerrero, che ha chiesto un periodo di pausa per salvare la faccia ed è stato sostituito da un omologo, Rogelio Ortega Martinez. Quest’ultimo ha sostituito alcune cariche del suo gabinetto, nominando anche alcune figure provenienti dalle lotte sociali.

I 43 studenti sono stati bruciati, alcuni mentre erano ancora vivi, per poi essere spezzettati e seppelliti in una discarica dove far sparire ogni traccia. Il presidente Pena Nieto, che ha ricevuto giorni fa una delegazione dei genitori delle vittime della strage di Iguala, ha ribadito oggi che non cesseranno gli sforzi affinché non sarà fatta giustizia.

La verità è contenuta in due ossa, gli unici resti trovati nella "fossa degli orrori" - una rotula e un frammento di un altro osso…. "L'umanità ha bisogno d'un altro lavacro di sangue per cancellare molte di queste ingiustizie: che i dominanti non si pentano allora d'aver lasciato le folle in uno stato di ignoranza e di ferocia quali sono adesso!"

Eleonora Averna
GD Torino

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