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Facciamo chiarezza: Eliminazione del cambio fisso tra Franco Svizzero ed Euro (Sintesi)


Il 15 Gennaio la Confederazione Elvetica (CH) ha eliminato il plafond costituito dal cambio fisso tra FrancoSvizzero (CHF) ed Euro (EUR) pari ad 1,20 ,(quotazione incerto per certo) ossia 1,20 CHF per 1 Euro, espresso in quotazione certo per incerto significa 1 CHF : 0,84 EUR, ossia per ogni franco svizzero al cambio spot si ottengono 0,84 Euro, tagliando contemporaneamente il tasso sui depositi da -0,25 a -0,75% (notare il segno negativo (-), che significa come il montante di un deposito viene decurtato ergo diminuisce).

Le ragioni sono molteplici. In primo luogo la CH ha stabilito un cambio fisso con l'EUR nel 2011, ossia in un momento in cui l'EUR tendeva sistematicamente a deprezzarsi, ragion per cui qualunque soggetto volesse tutelare l'integrità del proprio risparmio o in genere il proprio capitale si rifugiava nel CHF, acquistandone in cambio di EUR, ossia apprezzando il CHF rispetto all'EUR. Dacché questa pressione rialzista danneggiava l'export svizzero (rendendo i prodotti svizzeri più costosi in termini di EUR) sul mercato dell'Unione Europea, che conta per il 62% dell'export elvetico e per il 79% per l'import, onde per cui il cambio fisso. Il punto è che la conservazione del cambio fisso richiede che in presenza di uno squilibrio delle partite correnti, che come nel caso svizzero ha fatto registrare un crescente surplus dal 2011 dell'export in termini di import, di compensare la forte domanda estera di CHF, ossia richiede che l'autorità monetaria movimenti i cespiti finanziari in senso opposto, id est acquisti EUR e ceda CHF. Naturalmente tutta questa massa di EUR acquistata dal 2011 al 2014 è finita direttamente per la gran parte in riserva monetaria (Tier 1 per il settore privato) altrimenti avrebbe potuto creare una pressione inflazionistica in territorio svizzero (detta sterilizzazione dell'inflazione).

La situazione attuale alla vigilia del Quantitative Easing (acquisto prevalentemente di bond fino ad un rating predeterminato) della BCE avrebbe riproposto la stessa sfida del 2011, ossia una consistente fuga degli investitori verso l'acquisto di CHF in cambio di EUR, rendendo insostenibile per l'autorità monetaria elvetica il mantenimento del cambio e contemporaneamente peggiorando il saggio di cambio CHF/USD (dollaro statunitense) e parallelamente avrebbe ridotto il valore reale delle riserve denominate in EUR. Le scelte erano due: svalutare il cambio CHF/EUR oppure sopprimerlo. La soppressione ha comportato un apprezzamento del CHF del 20,85% (Cambio di ieri 16 Gennaio 0,993 , dal 1,20 del 15 gennaio) con un massimo del 30%.

Questo ha spinto la borsa valori di Zurigo a perdere quasi il 29%, ossia ha ridotto la capitalizzazione delle società quotate del 29% (vedasi l'immagine per le maggiori società svizzere) , bruciando quasi un trimestre di GDP elvetico, ciò in ragione del fatto che i beni e i servizi svizzeri sull'export saranno comparativamente più cari in termini di EUR. Molta parte della reazione è stata emotiva (Sicché per l'export dei beni di lusso elvetici la domanda è relativamente anelastica al prezzo [poco reattiva alle variazioni di prezzo], ma viceversa danneggerà considerevolmente gli investitori istituzionali svizzeri), sebbene per un verso può essere vista coma un prodromo della futura apertura alla cooperazione bancaria europea ed extraeuropea, similmente il taglio del saggio d'interesse a -0,75% rende il risparmio detenuto in Svizzera meno conveniente, due ragioni in più per disinvestire.

Addì 17 Gennaio 2015
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