I
risultati parlano chiaro: Alexis Tsipras è il nuovo primo ministro
greco. Mica male per il capo di un partito che, giusto sei anni fa
catturava il 4.6 % dei consensi, mentre oggi vince con un devastante
36,6 %, sorpassando di nove punti percentuali il Partito Nea
Demokratia dell’ormai ex-premier Antonis Samaras. In sei anni però,
succedono tante cose. In sei anni, un paese relativamente ricco e
socialmente stabile può catapultarsi in una voragine senza fondo,
fatta di malessere sociale, crisi economica, disoccupazione. In sei
anni può prendere piede un partito fino ad allora minoritario, Alba
Dorata, l’ultima frontiera del neonazismo che ormai dilaga e
infesta la politica europea, e diventare il terzo partito del paese.
Ma non tutto accade in sei anni.
A
volte le tragedie sanno essere più rapide, visto ciò che è
successo in quattro anni, quando dal 2011, da quando la troika (BCE,
FMI e Commissione Europea) ha concesso enormi finanziamenti alla
Grecia, essa ha dovuto operare un drastico taglio al settore
pubblico. E così, è cominciata l’era dell’austerità.
Un’austerità, quella greca, che in quanto a danni è paragonabile
a un’invasione militare, visto che il debito, invece che scendere è
salito al 190% del PIL, il 30% delle imprese hanno chiuso e, cosa
ancor più drammatica, la mortalità infantile è cresciuta del 42%
in seguito ai tagli alla sanità. Oggi, un cittadino su tre in Grecia
non ha accesso alle cure sanitarie. Questo scenario da Terzo Mondo ha
dei responsabili, e ci sarà un giorno in cui questi responsabili
pagheranno: nel frattempo, con il voto di ieri, alcuni hanno già
pagato.
Come
un fiume in piena, Syriza ha travolto i vecchi ordinamenti politici e
si prepara a scrivere una nuova pagina nella storia del paese. I
problemi irrisolti sono innumerevoli: come affrontare,
contemporaneamente, un debito pubblico al 170% e una disoccupazione
al 25%? Nessuno lo sa. Solo una cosa, però, è certa. Che questi
enigmi verranno risolti, sempre e costantemente con due occhi di
riguardo verso la condizione della popolazione. Ciò che mi piace di
Syriza, è che in tempi in cui la politica tende a considerare l’uomo
come un semplice componente di un sistema economico che lo assorbe
per poi risputarlo nudo, l’attenzione ritorna su di noi, sulle
nostre vite. Alexis Tsipras non vuole soltanto risollevare il suo
paese. Vuole ricordare a tutti noi che è l’economia che deve
essere fatta su misura dell’uomo, e non viceversa, come i nostri
cari university
wits
della troika vogliono farci credere.
Yannick Deza
GDTO
Un grande uomo che dobbiamo continuare a sostenere
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