Passa ai contenuti principali

AMORE E ODIO

Amore e odio, liberazione e invasione.
Lo spettro del terrorismo invade ancora le nostre vite, che sembrano scorrere uguali e sempre di corsa, per fermarsi quando ci sentiamo colpiti da vicino, quando qualcuno invade i nostri pensieri e il nostro cuore con odio e terrore per imprimere il segno della loro battaglia: la supremazia sull'occidente e i suoi costumi, quell'occidente che spesso si è macchiato le mani di sangue e che con una certa ricorrenza è ora minacciato dalla guerra dell'ISIS.
E' il 18 marzo 2015, alcuni terroristi - e non definisco islamico chi si macchia di sangue, perché nell'Islam come in ogni altra religione non è contemplabile alcun tipo di violenza, soprattutto in nome di Dio, con qualunque nome sia chiamato - armati e irruenti assaltano il Parlamento Tunisino, per ribellarsi forse contro questa tipologia di vita diplomatica scelta dal Paese nordafricano. Da qui si spingono al Museo del Bardo, una perla inestimabile tra le ricchezze del mondo arabo, per i tesori della civiltà antica custoditi al suo interno, dove ogni anno milioni di persone rimangono colpite dal fascino senza tempo di mosaici e sculture. Questa volta a essere colpite sono 22 vittime della scellerata violenza di questi uomini armati, altri 42 saranno i feriti, e tra essi molti italiani, di cui un gruppo di dipendenti del Comune di Torino, arrivati nella capitale a bordo della Costa Fascinosa per una crociera con il gruppo del Dopolavoro.
L'obiettivo dei terroristi era colpire tutto ciò che rappresenta la Tunisia soprattutto dopo il crollo della dittatura, un Paese dove le donne sono libere e la società rifiuta ogni forma di estremismo. La Tunisia è un successo democratico, un esempio che fa paura se si pensa che possa ispirare il Medio Oriente a nuove primavere arabe. Senza contare che la Tunisia combatte sul fronte libico per limitare l'avanzata di questi gruppi armati, il cui ulteriore scopo è far fuggire investitori e turisti dal Paese, colpendone economia e società.
Sono forti le immagini che tutte le tv riprendono, ma di grande significato, non solo per sottolineare la violenza folle e indiscriminata di questi gruppi armati, ma anche per testimoniare la ribellione nei confronti di questa barbarie, come i deputati tenuti in ostaggio nel Parlamento mentre intonano l'inno nazionale tunisino, e come le decine di persone radunatesi ieri sera, con una candela in mano, davanti al Teatro Municipale di Tunisi per esprimere solidarietà nei confronti delle vittime dell'attacco terroristico al Museo del Bardo.
"Sparano, aiutateci" dice al telefono Carolina Bottari, impiegata dell'ufficio Patrimonio del Comune di Torino, la prima a riuscire a mettersi in contatto con la nostra città, e ricoverata in un ospedale della capitale tunisina poiché ferita e sottoposta ad intervento chirurgico. Non ce l'ha fatta invece suo marito, Orazio Conte, informatico, e Francesco Caldara, 64 anni, pensionato di Novara. Era in vacanza con la compagna Sonia Reddi, ferita a una spalla e a un braccio e ricoverata anche lei in un ospedale di Tunisi, dove è stata operata. Ferita in ospedale anche Anna Abagnale, un'altra dipendente del Comune di Torino presa in ostaggio dagli attentatori del Bardo. Ore di terrore e apprensione vista per la prima volta così da vicino da noi italiani, con dei connazionali colpiti e presi di mira dalla barbarie con cui il terrorismo cerca di seminare odio e paura per avere il sopravvento sulle vite normali delle persone. Per questo stasera il Sindaco e tutti i cittadini che vorranno unirsi saranno impegnati in una manifestazione alle 20:30 in Piazza Palazzo di Città, di fronte al Municipio, per esprimere solidarietà alle famiglie delle vittime e manifestare lo sdegno civile e l'impegno della Comunità Torinese contro la violenza  sanguinaria dei terroristi. Contro ogni forma di terrore, che nulla deve avere a che fare con le guerre di religione. Nessuna idea di civiltà o di convivenza civile può prescindere dal rispetto reciproco. E finché si useranno le armi per dialogare o stabilire nuovi equilibri globali, il terrorismo non avrà mai fine.

Eleonora Averna
GDTO

Commenti