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UN BAMBINO IN BILICO

Il caso riguardante le sorti del figlio di Martina Levato e Alexander Boettcher ha diviso in due l'opinione pubblica. C'è chi è convinto del diritto di una madre di crescere il figlio che essa stessa ha partorito e rivendica l'importanza della famiglia biologica e chi, invece, non ritenendo esistenti le condizioni per una normale e sana crescita del bambino, fa prevalere l'eventualità di un'adozione da parte di genitori non biologici.
I primi sono restii a dividere un bambino dalla propria madre, ritenendo questo un atto di crudeltà gratuita che sembra un'ulteriore e inutile pena nei confronti di una donna che ha in suo figlio uno dei principali punti di riferimento per la propria vita, se non l'unico. Separare un bambino dalla mamma in effetti non può considerarsi una banalità, è un'azione che esige di essere ben valutata prima di essere compiuta, in ballo ci sono le vite di due esseri umani. Se l'adozione svuoterebbe e inaridirebbe ulteriormente la vita di Martina Levato, togliendole eventualmente un importante stimolo al percorso che dovrebbe portarla al proprio recupero, d'altra parte offrirebbe al bambino la possibilità di vivere in un contesto più sereno e normale rispetto a quello garantito da una comunità in cui verrebbe cresciuto da quella che, non dobbiamo dimenticare, è a tutti gli effetti una criminale che ha agito a mente fredda: è stata esclusa, dalle psichiatre Erica Francesca Poli e Marina Carla Verga, l'incapacità di intendere e volere di Martina Levato. Si parla, dunque, di un contesto che ha forti rischi di destabilizzazione nei confronti di un bambino innocente che potrebbero minarne la serenità, la maturazione psicologica e affettiva e, quindi, potrebbero verificarsi problematicità tali da rendere difficoltosa non solo l'infanzia del bimbo, ma anche la sua vita da uomo adulto. Spesso gli stessi che si schierano contro le adozioni gay, ritenendo in tale caso inesistenti le condizioni per una serena e normale crescita del bambino, sono convinti invece che un bambino cresciuto da una criminale in una comunità possa crescere in modo "normale".
Una grande fetta dell'opinione pubblica però è convinta che la maternità "vera" vada ben oltre quella meramente biologica: una madre non è quella che mette esclusivamente al mondo un bambino, ma è quella che lo cresce, lo ama, lo cresce, lo protegge, e lo mette in condizione di essere felice. Secondo molti Martina Levato non sarebbe in grado di adempiere a quest'ultima parte dell'"essere madre" e, mettendo al centro la felicità del bambino, sono convinti che l'adozione sia la scelta più razionalmente accettabile.

Simone Santoro

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