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Tax fredoom day: notizie buone, ma non troppo



Il 3 giugno è il "tax freedom day". Infatti, attraverso un interessante lavoro, l'Ufficio studi della CGIA di Mestre ha calcolato che su 365 giorni ben 154 servono agli italiani per pagare le tasse. Attraverso questo calcolo basato sulla ricchezza prodotta e sul carico fiscale presente nel nostro paese, il 3 giugno astrattamente è il giorno in cui gli italiani cominciano a lavorare a beneficio delle proprie tasche. Rispetto all'anno scorso c'è stato un miglioramento: 3 giorni in meno di lavoro dedicati al pagamento delle tasse, ma 7 in più rispetto al 2006. L’anticipo di alcuni giorni rispetto al 2015, è legato principalmente al taglio della Tasi. Quest’anno, infatti, le famiglie, a eccezione di quelle proprietarie di ville, castelli e palazzi di pregio storico, non pagano la Tasi sulla prima casa, risparmiando circa 3,5 miliardi di euro. Le imprese, invece, non sono tenute al versamento dell’Imu sugli impianti imbullonati, da cui deriva una riduzione di gettito di 530 milioni di euro, mentre l’esenzione dell’Imu per i terreni agricoli vale 405 milioni.
Un altro campo di intervento è l'Irap che viene abolita per le attività agricole e di piccola pesca che vengono così tutelate. Inoltre, il super ammortamento delle spese per investimenti al 140% e i nuovi crediti di imposta per le attività ubicate nelle aree svantaggiate del Paese garantiscono un minor gettito pari a 787 milioni di euro.
Se si intravede una luce in fondo al tunnel è anche vero che l'Italia rimane indietro rispetto agli altri paesi europei. Prendendo come riferimento il 2015 i contribuenti italiani hanno lavorato per il fisco 11 giorni in più della media Ue. Tra i nostri più diretti concorrenti solo la Francia ha registrato uno score peggiore (174 giorni), mentre in Germania il "tax freedom day" è scattato dopo 145 giorni (12 giorni in meno), in Olanda dopo 137 giorni, nel Regno Unito dopo 127 (30 giorni prima che in Italia) e in Spagna dopo 126 giorni

Simone Santoro
GDTO

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