Passa ai contenuti principali

Il voto politico e la scommessa (vinta) dei partiti sull’irrazionalità del corpo elettorale










Il commento più intelligente e pregnante che ho avuto occasione di leggere su questo referendum è stato espresso in tweet dal disegnatore satirico Astutillo Smeriglia: “Se non esistesse il tifo politico gli elettori del M5S voterebbero sì e gli elettori del PD voterebbero no”.
Il tifo politico ha, a mio parere, inficiato e reso irrazionale il voto di una fascia enorme degli elettori che non ha, molto spesso, guardato al proprio tornaconto personale, ai propri obiettivi di lungo periodo, preferendo invece una vittoria immediata, una soddisfazione subitanea, che però ha reso più difficile conseguire o raggiungere risultati soddisfacenti nel futuro. Al contempo, alcuni calcoli politici del PD potenzialmente errati hanno rischiato di indebolire fortemente il nostro partito, relegandolo ad una posizione scomoda per diverso tempo, forse per sempre, nulla che portasse necessariamente a votare no. Ma considerazioni che forse meritavano di essere espresse e che forse lo sarebbero state, se il voto non si fosse rivelato una lotta tra fazioni opposte.

Il movimento cinque stelle, come chi legge saprà, non vuole fare alleanze, data la sfiducia negli altri partiti, la paura di non potersi muovere in autonomia e il timore che i propri elettori possano avvertire tali alleanze come asservimento al “sistema”. Questo ripudio delle alleanze, però, fintanto che vi sarà una realtà tripolare e fintanto che la nostra Costituzione prevederà che la fiducia debba essere data al governo da entrambe le camere si tradurrà nell’impossibilità per il M5S di salire a palazzo Chigi: le due camere sono nate come organi di reciproco controllo, e per garantire questo controllo la Costituzione prevede regole diverse per le loro elezioni, in primo luogo per l’età dei loro componenti e dei loro elettori ma, soprattutto, per la peculiarità prevista all’articolo 57 Cost., che prevede un'elezione a base regionale e rende incostituzionali premi di maggioranza nazionali come quello previsto alla Camera dall’Italicum . Al Senato non è dunque possibile, con tre partiti di eguali dimensioni, alcun governo, né ci sono indizi per pensare che il M5S arriverà ad avere una maggioranza assoluta dei seggi senza premio.
E tuttavia, anche cambiando la sua politica sulle alleanze, il m5s difficilmente potrà raggiungere i propri obiettivi principali: reddito di cittadinanza, riforma della giustizia e delle istituzioni in termini meno garantisti, gestione dell’immigrazione, rapporto con l’Europa sono solo alcuni degli argomenti che il m5s dovrebbe edulcorare o abbandonare alleandosi con la destra o con la sinistra. Questa riforma avrebbe concesso a questi elettori la possibilità di risolvere tutte queste criticità, a mio parere non superabili completamente in nessun altro modo.

FI, al contrario, avrebbe politicamente rischiato molto: il ballottaggio dell’Italicum, che avrebbe spinto gli elettori di sinistra verso il m5s e i moderati verso il PD  (spaventati dalla Lega) e la non necessità di alleanze lo avrebbe reso irrilevante. Tuttavia la stabilità di governo, che generalmente migliora la coerenza delle leggi (a titolo di esempio basterà ricordare le vicissitudini che la legge patrimoniale IMU ha vissuto al rapido variare del governo) e la stabilità degli investimenti é da sempre un obiettivo della destra. Inoltre gli imprenditori, zoccolo duro degli elettori FI, avrebbero potuto giovarsi della maggior coordinazione centrale delle leggi vigenti in ogni regione, diretta conseguenza della riforma del titolo V (leggi anche molto diverse da una regione all’altra ora rendono complessi alcune operazioni economiche). Inoltre sul lungo termine la destra moderata avrebbe potuto ottenere una crescita di consensi, recuperando elettori tra le fila dei delusi di un (probabile) governo M5S.
Per quanto riguarda il PD, una prevalenza del Sì avrebbe rinforzato il Governo Renzi, comportando una memorabile vittoria. Ma lo strutturale dissenso popolare che in Italia colpisce chi ha appena governato avrebbe potuto dare luogo ad un Senato depotenziato, ma pur sempre capace di ostruzionismo in alcune materie talora anche delicate. Inoltre la peculiarità del m5s di attrarre gli elettori di destra avrebbe potuto significare una estromissione prolungata da Palazzo Chigi.
Tale estromissione avrebbe potuto significare, tra le altre cose, un progressivo allontanamento dell’Italia dall’Europa, progetto nel quale ancora molti, soprattutto gli elettori del PD, confidano e per questo sperano, senza possibilità, di impedire tale allontanamento.
Tutto queste riflessioni non hanno avuto spazio, e ciò è evidente soprattutto guardando i risultati riportati nel grafico, che testimoniano una fedeltà al partito e un desiderio di punire chi governa superiori sia alla fiducia in altri fenomeni associazionisti (Confcommercio, Confartigianati,…) sia calcoli più legati alle proprie aspirazioni.
Il premier Matteo Renzi, piuttosto che slogan vuoti o molto populisti (taglio costi della politica e sfoltimento poltrone), avrebbe forse fatto meglio a spiegare ai singoli cittadini come questa Costituzione avrebbe modificato realmente le loro aspirazioni. Spiegando ad esempio agli elettori del sud che il maggior accentramento del potere avrebbe indebolito la corruzione locale, sottolineando che il presidente della Repubblica é giá eletto dalla maggioranza e dunque il rischio autoritarismo veniva ridotto  (come ha fatto notare al programma Sì o No), chiarendo che prima che la velocità il problema sta nella coerenza delle nostre leggi. Si è preferito parlare alla pancia, parlare di casta, di CNEL, salvo poi appellarsi alla razionalità degli elettori, troppo tardi, troppo contraddittoriamente.
Avrebbe (forse) vinto comunque il No, forse in maniera anche più netta, ma sicuramente non si sarebbe trasformato nel “voler fare dimettere Renzi a tutti i costi”, la discussione ne avrebbe giovato e il voto non sarebbe stato così tanto partitico. Chi scrive spera Renzi possa imparare dai suoi errori e smetterla con l’eccessiva semplificazione di temi complessi. Perché gli altri sono più bravi di noi a farlo. L’elettore é un animale razionale e sono convinto saprá premiarci in futuro.





Cristiano Giraudi

Commenti

  1. Gila River Hotel and Casino, Mandiri, NV | JCM Hub
    Find out more 안성 출장샵 about the Gila River 양주 출장안마 Hotel and Casino in Mandiri, 제주도 출장마사지 NV. Located at the 제주 출장안마 beautiful Mandiri Mountains in Mandiri, you'll be convenient to 시흥 출장안마 the airport and

    RispondiElimina

Posta un commento