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2017: anno di cambiamenti



Esattamente 100 anni dopo la Rivoluzione Russa, in Europa potrebbe essere giunto il tempo di un nuovo grande cambiamento: quest'anno, infatti, i partiti populisti di estrema destra hanno la concreta opportunità di salire al potere in diverse nazioni europee. Nel 2017 gli elettori saranno chiamati a votare in alcuni dei principali stati dell’Unione, tra cui Francia, Paesi Bassi e Germania.
Nell'anno appena trascorso
abbiamo assistito ad alcuni risultati sorprendenti, come la Brexit o le elezioni statunitensi, dove la destra contraria all’immigrazione e alla globalizzazione ha vinto nonostante le previsioni contrarie. Le elezioni austriache hanno visto il candidato dell’estrema destra Hofer arrivare ad un soffio dalla presidenza, venendo sconfitto dal verde Van der Bellen.
I primi cittadini europei chiamati a votare saranno gli olandesi, il 15 marzo. Il PVV di Wilders, partito di estrema destra euroscettico e xenofobo, potrebbe sconfiggere il VVD (partito di centrodestra europeista) del primo ministro in carica M. Rutte. Wilders ha già promesso che in caso di vittoria indirà un referendum sull’appartenenza o meno all’UE.
A fine aprile, invece, sarà il turno delle presidenziali francesi. Ancora non è chiaro se l’impopolare presidente uscente Hollande abbia intenzione di candidarsi, mentre l’ex ministro Macron ha già annunciato la sua candidatura indipendente. Le primarie repubblicane, svoltesi tra il 20 e il 27 novembre, hanno visto la sorprendente vittoria di Fillon, al momento favorito nella corsa all’Eliseo. Tuttavia, la vera domanda è se Marine Le Pen, leader del Front National, riuscirà a vincere: alle ultime elezioni amministrative il FN non ha conquistato nessun dipartimento, soprattutto per l’alleanza tra socialisti e repubblicani, ma si è confermato come il primo partito francese. La vittoria di Le Pen porterebbe il secondo più importante stato europeo nelle mani di un partito populista di destra.
Il 2017 si chiuderà con le elezioni presidenziali tedesche, per le quali Angela Merkel ha già dichiarato di volersi candidare di nuovo. La Merkel è però stata fortemente criticata in patria e anche nel suo stesso partito per la sua politica delle porte aperte per i rifugiati siriani arrivati dalla rotta balcanica, e dopo l’attentato di Berlino è probabile che tali critiche si intensificheranno. È estremamente improbabile una vittoria dell’AfD, l’estrema destra tedesca, nonostante abbia ottenuti buoni risultati alle ultime elezioni in alcuni Länder.
La grande incognita dell'anno resta tuttavia Donald Trump: come si comporterà il nuovo presidente americano? Manterrà le promesse che aveva fatto in campagna elettorale, come il muro al confine col Messico, o si sposterà verso posizioni più moderate? Incoraggerà il disgelo delle relazioni con Mosca? Intraprenderà una guerra commerciale con la Cina? Il tycoon è imprevedibile, e non possiamo sapere come sarà la sua presidenza.

Marco Zordan
GDTO

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