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MATTARELLUM O PROPORZIONALE: QUALE LEGGE ELETTORALE PER TORNARE ALLE URNE? (SECONDA PARTE)




PROPORZIONALE: PRO E CONTRO
Alla proposta del Mattarellum, Forza Italia e i centristi hanno contrapposto il sistema proporzionale,  maggiormente rispettoso del criterio di rappresentatività, criticato però dai detrattori perché non garantisce la governabilità e, a loro dire, ci riporterebbe alla Prima Repubblica. In effetti il sistema proporzionale fotografa efficacemente il pluralismo politico della società e, sia pure spesso temperato dall'esistenza di una soglia di sbarramento per evitare la proliferazione di piccoli partiti, esiste in molti Paesi europei, dalla Germania alla Spagna. Proprio dal proporzionale spagnolo, basato su circoscrizioni piccole, è pedissequamente copiato (salvo alcune amenità come le preferenze negative) il cosiddetto Democratellum, la proposta di legge dei 5 stelle, ora però scartata in favore dell'estensione al Senato dell'Italicum, legge che fino a poco tempo fa attaccavano come incostituzionale.
Tuttavia il buon funzionamento di un sistema proporzionale necessita di un fondamentale presupposto: l'esistenza di un sistema di partiti forti, ben radicati nella società ed anche abbastanza responsabili da trovare soluzioni comuni nei momenti di crisi. Così è il sistema politico tedesco, dove l'istituto della sfiducia costruttiva vincola l'applicazione dell'istituto della sfiducia a un accordo di legislatura in grado di garantire la fiducia a un nuovo esecutivo. Così era il sistema politico italiano della Prima Repubblica. Nonostante i suoi difetti come l'assenza di alternanza o il consociativismo o forse proprio per questo il sistema diede eccellente prova della sua coesione nella seconda metà degli anni Settanta, segnati da una grave crisi economica e sociale, dall'inflazione e dal terrorismo. In quell'occasione perfino il partito antagonista, il Pci, non solo non fece nulla per rovesciare il sistema con metodi illegali, ma contribuì in maniera determinante a risolvere la crisi attraverso la “non sfiducia” ai governi Andreotti e alle sue misure (molte delle quali, per inciso, erano di austerità).
Il sistema politico attuale è completamente diverso. I partiti sono deboli ed assediati da forze populiste antisistema che si nutrono di un vero e proprio odio nei confronti della politica e delle istituzioni. In questa situazione non è neppure certo che le forze facenti parte del cosiddetto “arco costituzionale” siano in grado tutte insieme di ottenere con il proporzionale una maggioranza stabile. Ne conseguirebbe non la Prima Repubblica, bensì Weimar. Ovvero, il caos. E dal caos non si esce con maggiore democrazia.

Ad ogni modo va detto che l'attuale situazione spinge verso il proporzionale. In effetti, in mancanza di un accordo su una legge elettorale nuova, verrebbe eletto appunto con questo sistema sicuramente il Senato. E probabilmente anche la Camera, dal momento che si profila una bocciatura o quantomeno una radicale modifica dell'Italicum.
E' stata ventilata (per esempio dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando) anche l'ipotesi di un proporzionale con premio di maggioranza, ma rimarrebbe il problema al Senato, eletto secondo il dettato costituzionale su base regionale e dove quindi il premio di maggioranza su base nazionale non è applicabile.


POSSIBILI SOLUZIONI AL REBUS?
Rebus hic stantibus, ci sono delle possibili soluzioni che possono ridurre il rischio di instabilità? Un'opzione può essere un Mattarellum modificato, mantenendo in quota maggioritaria il 75% dei seggi aggiungendovi però un premio di maggioranza al partito più votato, al posto di una gran parte della quota proporzionale. Era una delle tre proposte presentate da Renzi a Berlusconi ai tempi del Patto del Nazareno e un disegno di legge in tal senso è depositato in Parlamento, a firma dell'On. Giorgis e del Sen. Fornaro.
Un'altra possibile rivisitazione del Mattarellum – se ne parlava prima del referendum e ci stanno lavorando autorevoli pontieri di FI - consisterebbe nell'abbassare la quota maggioritaria al 50-60% dei seggi aumentando quindi la quota proporzionale, ma anche qui con un premio di maggioranza intorno al 10-15%. In entrambi i casi il premio di maggioranza non sarebbe applicabile al Senato, dove andrebbe quantomeno eliminato lo scorporo. In questo caso la determinazione della quota proporzionale su base regionale e il differente elettorato attivo dovrebbero favorire uno scenario un po' meno frammentato.
Ad ogni modo, anche adottando una di queste formule, poiché la legge elettorale non sostituisce l'offerta politica, la soluzione a questa situazione di potenziale instabilità passa necessariamente dalla presenza in campagna elettorale di una proposta politica forte e convincente. Senza questa nessun meccanismo di ingegneria elettorale può garantire la governabilità.

Un'ultima annotazione. Berlusconi si è apertamente dichiarato deciso ad ottenere il proporzionale perché mira ad essere determinante nella prossima legislatura per la formazione di un governo di unità nazionale tra tutte le forze “moderate”, Per la guida di questo nuovo esecutivo si vocifera il nome di un tecnico illustre come ad esempio Mario Draghi. Non è uno scenario peregrino, perché anche all'interno del Pd in molti ragionano di rimanere comunque forza determinante. Resterà a quel punto da vedere se un cordone sanitario di tutte le forze politiche “civili” contro i populisti (ammesso che disponga di una maggioranza), senza però un'idea di come risolvere i problemi del Paese, sarà efficace nel contenere i movimenti populisti oppure si rivelerà il modo migliore per consegnare loro il potere su un piatto d'argento, alle elezioni successive.

Lorenzo Manuguerra
GDTO

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