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Il peso morto della storia: i giovani e l'apatia politica





A noi che scriviamo, e probabilmente a voi che leggete, la politica affascina. Che stiamo diventando un po’ una minoranza è ormai purtroppo una cosa risaputa, ma lo scenario futuro, se andiamo avanti così, non si prospetta certo migliore, anzi, potrebbe essere fin più desolato, in particolare se andiamo ad analizzare la fascia “under 18”. Ai ragazzi la politica non interessa, o ancor peggio fa “schifo”. Vivendo tra i ragazzi, ed essendo noi stessi under 18, abbiamo provato a capire le ragioni di questa indifferenza, che, come direbbe Gramsci, rischia di diventare e sta già diventando il “peso morto della storia”.
I ragazzi si tengono lontani dalla politica poiché quella che vedono ogni giorno è deludente e malata. Nell’immaginario collettivo, e purtroppo spesso anche nella realtà, il politico medio ruba e si fa i propri interessi (il “si” pleonastico è rafforzativo).

Questo scenario è rafforzato dalla facilità estrema a trovare informazioni e l’altrettanto estrema difficoltà a verificarle. Prendiamo ad esempio Facebook: spesso basta il post superficiale di un amico o il titolo strillante di qualche giornaletto a convincere di una certa opinione. Non stiamo poi ad aprire la dolorosa parentesi delle cosiddette bufale programmate, a cui alcuni credono più che alla Bibbia.

Eppure v’è da dire che i più tra noi, nonostante la crisi che imperversa, vivono ancora piuttosto bene, hanno un tetto, risorse per lo svago e spesso un cellulare di ultima generazione (questo sguardo alla maggioranza del paese, ovviamente, non vuole dimenticare le numerose famiglie sulla soglia della povertà assoluta).

Non si avverte più la necessità di avvicinarsi ed occuparsi di politica. Si pensa che essa non possa realmente risolvere i nostri problemi.
D’altro canto, e qui ritorniamo sui nostri primi passi, la politica non può e non deve nascondersi dietro allo scudo dei teenager disinteressanti. Dovremmo, secondo noi, essere proprio noi, della "politica giovane", a dare il Lá per cambiare. Dobbiamo dare noi ai giovani una nuova politica a cui interessarsi ed in cui credere. Come diceva un vecchio presidente americano: “Non dovete chiedervi cosa il vostra paese possa fare per voi, ma cosa potete fare voi per il vostro paese”.

Andrea Borello
Luca Sardo
GDTO

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