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Azzardo: un nemico fantasma

Alla scoperta di una piaga silenziosa
L’esistenza del gioco d’azzardo sembra risalire ad epoche antichissime, forse già intorno al 4.000-3.000 a.C. ; si pensi che già nella civiltà egizia il semplice gioco dei dadi era molto in voga.
Ora andiamo a vedere meglio cosa si intende per gioco d’azzardo e come si caratterizza.
Il gioco d’azzardo, per definizione, consiste in un’attività ludica nella quale la vincita o la perdita di beni è quasi del tutto aleatoria.


Nel corso degli anni sono stati riconosciuti, attraverso innumerevoli studi portati avanti dal Codacons e dalle ASL- in particolar modo quella di Bergamo- tre livelli che potrebbero portare l’individuo a divenire giocatore patologico: informale, quando il giocatore è ancora consapevole dei rischi derivanti dal gioco; problematico, quando si riscontra nel giocatore un aumento delle spese; patologico, l’ultimo stadio, quando si nota la comparsa del cosiddetto “craving”, ovvero l’insorgenza del bisogno continuo di giocare.
A questi  tre graduali livelli si aggiungono tre fattori di rischio che potrebbero essere  insiti nella persona e che si riscontrano in particolar modo nell’ultimo dei tre gradi citati in precedenza: il fattore neurobiologico, che consiste in anomalie del sistema nervoso centrale; il fattore psicologico, che si basa sull’irrazionalità delle scelte adottate dal giocatore; e ancora il fattore sociologico, che si basa sull’analisi del contesto sociale in cui vive il giocatore patologico.
Da anni il fenomeno di questa attività ludica è considerato ed è stato riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una vera e propria malattia, anche se spesso viene ignorata dalla società.
Inoltre, un dato preoccupante emerso dal rapporto 2017 pubblicato da Eurispes è che il 38,7 % degli italiani è afflitto da povertà a causa dei problemi derivanti dal gioco d’azzardo.
Per giunta, in Italia si stimano 428.125 macchinette (legali) e 90.000 esercizi autorizzati ad installarle. Per il loro uso siamo il primo Stato in Europa ed il terzo nel mondo, dopo Stati Uniti e Giappone.
Fortunatamente, ci sono alcuni dati positivi: le singole regioni si stanno adoperando attivamente per fermare un problema che è, come già detto, in crescita. Si pensi ai numerosi comuni aderenti al Manifesto contro il gioco d’azzardo, nel quale i sindaci che lo hanno sottoscritto, uniti in una rete di collaborazione, richiedono interventi normativi a livello nazionale.  Molte giunte comunali, grazie anche alle richieste di innumerevoli associazioni, oltre ad aver firmato questo documento, hanno approvato ordinanze contenenti restrizioni quali fasce orarie di chiusura e pesanti sanzioni.
Molti esercizi hanno aderito ad iniziative nazionali, come la giornata dei giochi da tavolo in sostituzione delle slot, per coinvolgere soprattutto i giovani. Questo è un vero segnale che l’Italia vuole reagire contro un male che non si limita a colpire il mondo degli adulti, ma che sempre più spesso colpisce numerosi giovani. Primo segnale, questo, davvero positivo per la continua lotta ad una piaga che colpisce indifferentemente adulti e ragazzi.


Francesca Rizzo
GDTO

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