Siamo nel 1970: con un compromesso politico tra correnti cattoliche e laiche in Parlamento e a ben ventidue anni di distanza dall’entrata in vigore della Costituzione, viene promulgata la legge contenente la disciplina operativa del referendum. Due anni dopo, l’ala cattolica userà proprio questo nuovo strumento per promuovere il primo referendum abrogativo, avente ad oggetto la legge sul divorzio. Credendo di aver compiuto il colpo del secolo, i promotori si avvieranno a uno smacco molto singolare, soprattutto perché avvenuto nella cattolicissima Italia: i cittadini vanno a votare, sì; lo fanno in gran numero, certo; decidono, però, che il divorzio poi troppo male non è, e al diavolo il sacro vincolo. Fatto salvo il caso sopra descritto, il referendum in Italia non è mai stato visto di buon occhio dalle forze politiche. Formula principe della democrazia diretta, in un sistema rappresentativo è comprensibile, ma non condivisibile, che esso venga osteggiato dagli attori politic...
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